E’ il primo giorno di job shadowing, giungiamo davanti la Scuola di Guadix puntuali, ci accoglie Alicia con un sorriso enorme. Ci accompagna all’entrata di un edificio antico – dimora di soldati di una delle tante guerre civili spagnole – un patio raccolto, abbellito da piante ben curate e ai lati poster di attività svolte o di eventi di cittadinanza attiva, su tutti svetta uno viola con gradazioni rosa in cui a carattere cubitali è scritto “ Nos queremos vivas, 25/11/2024 ( Ci vogliamo vive, giornata contro la violenza sulle donne). Ci vengono presentati gli studenti del corso di lingua straniera. Entusiasti, emozionati, in un inglese non sempre corrispondente alla pronuncia standard, hanno comunicato in modo efficace e coinvolgente con l’ausilio di un documento PPT. Ci hanno raccontato la loro terra passando dalla geologia alle curiosità della vita quotidiana. E’ stato veramente piacevole ascoltarli e interagire con loro, utilizzando l’interlingua più preziosa quella dell’incontro reale con l’altro. Io e la mia collega Cristina ci siamo soffermate a riflettere su cosa significhi apprendere un idioma da adulti, quanto ci coinvolga a livello emotivo e a livello cognitivo. I filtri affettivi e il controllore interno possono creare una barriera a volte insormontabile che va ad impattare sul complesso processo di apprendimento che si concretizza nella verbalizzazione del pensiero. Comunicare è un atto sociale, ci serve per stare al mondo e per esprimere ciò che siamo e per questo non è importante la correttezza delle strutture, ma che il messaggio arrivi comunque. E il messaggio degli studenti di Guadix è arrivato forte e chiaro.

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